Un pannello vale l’altro. O no?
Quando si valuta l’investimento in fotovoltaico, una volta decisa la potenza di picco da installare, si valuta il prezzo e poi si procede, corretto?
Avete preso la vostra decisione: farete un impianto fotovoltaico!
Sapete
- quanto consumate (kWh/annui),
- quanta superficie utile di tetto avete,
- quale potenza di picco si può installare sul tetto,
- magari un budget di spesa…
…e questo è tutto, vero?
Aspettate un attimo. Forse vale la pena chiarire alcuni concetti fondamentali, prima di lanciarsi nella richiesta di preventivi.
Cosa si intende per potenza di picco (kWp) e come questa si relaziona con l’energia prodotta e l’efficienza del pannello?
1. Potenza Nominale (o Picco) – Wp (Watt di picco)
- Questa è la potenza massima che un pannello può produrre in condizioni standard di test (STC), che sono:
- Irraggiamento solare: 1000 W/m²
- Temperatura della cella: 25°C
- Massa d’aria (AM): 1.5
- La potenza nominale viene misurata in Watt di picco (Wp) e rappresenta la capacità massima del pannello in condizioni ideali.
2. Energia Prodotta – kWh (kilowattora)
- L’energia effettivamente prodotta da un pannello in un certo periodo di tempo (ad esempio, giornalmente, mensilmente, o annualmente) è misurata in kWh.
- La formula per calcolare l’energia prodotta è:
3. Efficienza del Pannello
- L’efficienza è la percentuale di energia solare che il pannello riesce a convertire in energia elettrica. Viene calcolata come:
- Tipicamente, l’efficienza dei pannelli commerciali varia tra il 15% e il 22%.
Perchè due impianti fotovoltaici con identica potenza di picco possono avere produttività diverse?
Analogia col mondo automobilistico
Nessuno penserebbe che due auto di pari clindrata (esempio: 1500 cc) debbano avere
- lo stesso consumo,
- la stessa autonomia,
- la stessa velocità massima,
- la stessa accelerazione (secondi da 0 a 100 km/h)
- ecc..
Analogamente, due impianti di pari potenza di picco nominale possono avere produttività diverse, anche a parità di tutte le altre condizioni al contorno, anche fino al 25%.
E moltiplicando questa variazione di resa annua per il numero di anni di produzione dell’impianto (minimo 20, ma anche 30 o 40) qual è la variazione di ritorno dell’investimento nel suo complesso?
Facciamo due conti
Prendiamo, ad esempio, un impianto da 6 kWp.
Nella nostra zona, ipotizziamo una produttività media di 1.200 kWh/annui per ogni kWp installato. La produttività annua media attesa sarà pertanto:
1,2 X 6 = 7.200 kWh
Se la differenza di produttività può oscillare da un 5% ad un 25%, ipotizziamo una via di mezzo:
(5% + 25%) / 2 = 15%
Il 15% di 7.200 è 1.080 kWh /annui di differenza.
Ad un costo medio di 20 c€ /kWh abbiamo una differenza di produttività annua quantificabile economicamente in 216 €.
A seconda della durata dell’impianto, ipotizzando anche che la differenza rimanga la stessa nel tempo (anche se per gli impianti di maggiore qualità si hanno le maggiori garanzia di produzione nel tempo) abbiamo i seguenti valori:
- dopo 10 anni: 2.160 €
- dopo 20 anni: 4.320 €
- dopo 30 anni: 6.480 €
- ecc.
Conclusione
Una scelta di risparmio immediato nella decisione di acquisto, anche se apparentemente consistente (1.000/2.000€) si rivela un boomerang a fronte di una minore produttività nel corso della vita dell’impianto.
Ne vale la pena?